La
splendida STAE qui ritratta è un'auto a batteria del 1909; cercando
informazioni sulla Società Torinese Automibili Elettrici (al
maschile, non è un refuso), ho scoperto che i primi modelli prodotti
da questa Casa erano benzo-elettrici: i motori elettrici venivano
alimentati da un alternatore attivato da un motore a scoppio.
Quando
leggo simili notizie, mi domando cosa sarebbe successo se nel secolo
scorso la ricerca relativa alle auto elettriche avesse continuato
senza interruzioni fino ai giorni nostri; la storia ci racconta che
case come la STAE hanno chiuso in pochi anni, perdendo la
competizione con i produttori di motori a combustione interna,
divenuti così dominatori incontrastati del mercato.
Negli
anni '90 del secolo scorso si rivede qualche tentativo di riproporre
auto a propulsione elettrica: in Italia fa la sua comparsa la Panda
Elettra, in America la General Motors propone la EV1.
Ricordo ancora in Piazza VIttorio Veneto a Torino il triste
parcheggio per le Panda Elettra in car sharing, generalmente ignorato
dagli utenti. Ora servizi come Car2Go o EnJoy sono molto richiesti,
ma anche un sistema come quello lanciato nel 1995 dalla città di
Torino aveva delle notevoli potenzialità; probabilmente la scarsa
autonomia dei mezzi a disposizione ha decretato una fine prematura
per un progetto all'avanguardia per l'epoca.
Più
di recente, abbiamo assistito all'arrivo della Tesla Roadster,
eccezionale vettura sportiva e dimostrazione che le auto elettriche
possono confrontarsi alla pari con quelle 'tradizionali' anche sotto
l'aspetto del divertimento, e alla
nascita di macchine come la Mitsubishi I-Miev e le sue 'sorelline' a
marchio Peugeot e Citroën, decisamente meno performanti, ma tra le
prime '4 posti' di serie a presentarsi sul mercato.
Adesso
la scelta di modelli adatti a farci dimenticare i distributori di
benzina è maggiore, con un'offerta accessibile
anche dal punto di vista dei prezzi; resta, è vero, ancora qualche
perplessità per quanto riguarda l’autonomia, ma per l’utilizzo
medio di chi compie il tragitto casa-lavoro il problema è ormai alle
spalle, con modelli che offrono percorrenze superiori ai 100km a
batteria carica. In pratica, la palla passa ai responsabili delle
infrastrutture: la diffusione di punti di ricarica sul territorio
potrebbe fornire un’ulteriore spinta alla diffusione di questa
categoria di vetture e dare sollievo a chiunque patisca l’ansia da
batteria scarica.
Alcuni
costruttori hanno affrontato la questione da un differente punto di
vista: generare elettricità a bordo per allontanare la necessità di
una ricarica. Le cosiddette plug-in hybrid compiono un primo passo in
questa direzione, permettendo di percorrere qualche decina di
chilometri a velocità sufficiente senza dover ricorrere al motore a
scoppio: una discreto compromesso, ma prestazioni e autonomia con il
solo motore elettrico non sono attualmente comparabili con quelle di
una vettura elettrica 'pura'. Pioniera in questo nel 2010 è stata la
Chevrolet Volt/Opel Ampera, vettura molto interessante per la linea
gradevole e le buone prestazioni generali: l'autonomia garantita
dalle batterie non superava di molto i 60 chilometri, ma veniva più
che decuplicata grazie al contributo del motore a benzina da 1,4
litri che entrava in funzione a batterie quasi scariche o in casi
particolari per fornire un surplus di potenza. In ogni caso, le
prestazioni massime venivano raggiunte con la batteria, per cui
l’auto è a tutti gli effetti una EREV, extended range electric
vehicle.
E,
parlando di EREV, arriviamo alla vera protagonista di questo post, la
BMW i3.
Lo
scorso anno ho avuto la possibilità di testarne le qualità
dinamiche sulla pista di Vairano: l’auto pesa circa 1200kg, il
motore da 125kW la porta da 0 a 100 km/h in 7,2 secondi. La ripresa è
molto brillante e tra i cordoli è piacevolmente agile, nonostante le
ruote dalla misura peculiare (155/70 su cerchi da 19”, piuttosto
strette per gli standard odierni); il posto di guida, come ci si
aspetta da una vettura di un marchio ‘premium’, ha un aspetto
molto moderno, è confortevole e i comandi sono correttamente
disposti. Sorprende, per chi ha abitudini ‘europee’, il selettore
per il cambio automatico monomarcia di fianco al volante: un
manopolone con cui si imposta la direzione di marcia, avanti o
indietro, o le posizioni di ‘folle’ e arresto.
(Piccola
digressione: il design del selettore mi ha ricordato alcune soluzioni
delle Citroën degli
anni ‘70 e ‘80, viste ad esempio sulle Visa o le Axel:
Certo,
con qualche piccola differenza...)
Del
resto, non serve molto altro, dal momento che una volta iniziato il
viaggio tutto si controlla con sterzo e pedali. Anzi, potremmo
parlare al singolare: il pedale dell’acceleratore oltre a spingere
la macchina ne permette anche l’arresto. Premendolo, il veicolo
scatta in avanti, in rilascio un sollevamento repentino del piede
porta all’accensione degli stop ed all’arresto del veicolo, come
se avessimo premuto progressivamente il freno. Questo è conseguenza
del meccanismo di recupero di energia in rilascio, che la BMW ha
sfruttato e predisposto per ottenere questo risultato e al contempo
ottimizzare la ricarica delle batterie in marcia; sono contento che
driver anche più esperti di me concordino che il sistema richiede
qualche chilometro di assuefazione, ma una volta fatta l’abitudine
questa caratteristica permette di sfruttare la i3 con molta comodità,
tanto da poter scordare l’altro pedale nell’uso normale.
In
definitiva, su strada l’auto si muove molto bene, l’abbinamento
tra passo lungo e trazione posteriore la rende anche maneggevole e,
complice la lunghezza di soli 4 metri, abbiamo una macchina
perfettamente a proprio agio sia in città che sui percorsi
extraurbani. A tutto questo dobbiamo aggiungere il vantaggio fornito
dal ‘range extender’, il bicilindrico a benzina da 650cc che con
i suoi 28kW di potenza permette alla vettura di raddoppiare la
propria autonomia, portando così a termine un eventuale viaggio di
lunghezza maggiore. Inoltre, è di questi giorni la notizia del
lancio commerciale del nuovo accumulatore da 94Ah, in alternativa a
quello da 60Ah ancora in commercio: con la batteria più capiente
l’autonomia dichiarata è di circa 200km, che con il range extender
diventano 330.
Oltre
a quanto nasconde sotto pelle, questa macchina è interessante anche
per la linea:
dicevo
prima delle misure compatte, aggiungo che la soluzione delle quattro
porte con apertura ad armadio, senza montante, a me piace già dai
tempi della Mazda RX8. Là era applicata per coniugare sportività e
praticità, qua per favorire l’accessibilità ai posti posteriori
senza dover ricorrere a una linea a 5 porte classica.
Il
risultato per me è esteticamente appagante, ma come ci si trova
quando si fanno i conti con l’aspetto pratico di questa soluzione?
Ho avuto la risposta durante il test in occasione del Salone
dell'Auto di Torino, lasciando il volante a chi non aveva ancora
provato la macchina e sedendomi dietro, da bravo passeggero. Il
sedile è confortevole, l'auto è omologata per quattro persone,
quindi lo spazio a disposizione risulta abbondante; probabilmente
avrei preferito qualche centimetro di seduta in più, ma si tratta
più di una questione di gusti personali. L'accessibilità è
decisamente buona, l'unico limite strutturale di questo sistema di
apertura è l'impossibilità di sbloccare la sola porta posteriore
indipendentemente da quella anteriore. Il viaggio, prevalentemente
urbano lungo un percorso che ha messo in risalto la maneggevolezza
della vettura, non è stato lunghissimo, ma la sensazione è che
avrei potuto percorrere molta più strada senza particolare
affaticamento. Per programmare una gita fuori porta con la i3 e un
paio di amici, direi che gli ostacoli principali potrebbero essere la
capienza del bagagliaio, limitata dalla presenza del motore e
pertanto un po' 'giusto' per una vettura da 4 metri, e la necessità
di recarsi in un luogo dove si possa ricaricare la batteria,
soprattutto se si opta per la versione priva di range extender: è
vero che con l'accumulatore da 94Ah l'autonomia è aumentata, ma in
qualche modo dovremo anche tornare a casa.
Ultima
riflessione su quello che non è propriamente un difetto ma una
caratteristica di questa auto: il prezzo della i3 parte da 36.500
euro, ma scegliendo la versione con batteria più capiente, range
extender e alcuni accessori utili è facile spingersi oltre i 45.000.
Giocando con il configuratore online ho stilato un preventivo
prossimo ai 50.000, sufficiente a scoraggiarmi... I contenuti ed il
marchio della macchina sono tali da giustificare queste cifre, ma
siamo ancora a livelli tali da frenare chi, pur avendo intenti
ecologisti, deve fare i conti con una disponibilità economica più
limitata.
Questo,
comunque, non significa che non vi sia la possibilità di accedere
alla mobilità elettrica anche con budget inferiori: presto torneremo
a parlare di veicoli elettrici, con la prova di un'altra interessante
berlinetta a batteria, non perdetevela.