Al
Salone dell'Auto, di fianco alla STAE, faceva bella mostra di sé la
LEM, Laboratorio Elettrico Mobile, prototipo del 1974 nato da un'idea
del giornalista e storico Gianni Rogliatti e sviluppata dal designer Giovanni Michelotti:
una citycar a due posti, compatta e maneggevole, alimentata a
batteria.
Di
nuovo, un'idea potenzialmente valida non sviluppata come avrebbe
meritato: trascorrono infatti quasi 40 anni dalla LEM prima che sul mercato
compaiano veicoli come le Renault Twizy e Zoe, due mezzi che
coniugano la mobilità urbana in maniera interessante e con un occhio
al prezzo. In occasione del Salone, come anticipato qua, ho guidato
la Zoe lungo un percorso tipicamente cittadino, tra traffico,
semafori, code e pedoni, ambiente ideale per scoprirne maneggevolezza
e comfort, un po' meno per la ricerca delle prestazioni pure. Proprio
la sede del Salone mi ha anche fornito lo spunto per una prima
osservazione, comune per i mezzi a propulsione elettrica o ibrida:
sono tutti estremamente silenziosi. Dal punto di vista
dell'inquinamento acustico sono molto piacevoli, specie se
confrontati con certe auto 'smarmittate' ad arte o per incuria che
talvolta si incrociano sulle strade, ma quando ci si muove in mezzo
ad una folla distratta, come nella zona degli stand da cui si partiva
per effettuare le prove, questo può generare situazioni
imbarazzanti. La vettura accesa e pronta a muoversi veniva ignorata o
creduta spenta, rendendo la manovra di uscita dal gazebo un gioco di
diplomazia e lenti spostamenti fino a conquistare la corsia di
partenza. In questo, la Zoe è stata la prima auto elettrica da me
provata dotata di un generatore di rumore, strumento che alle basse
velocità produce un ronzio per rendere la macchina avvertibile
durante le prime fasi dello spunto, per esempio ripartendo al
semaforo: non sempre la folla vociante ha prestato la giusta
attenzione al segnale, ma la sua utilità è evidente.
La
macchina ha una linea molto gradevole, non dissimile dall'attuale
versione della Clio per impostazione generale; gli interni sono
curati, le plastiche hanno un aspetto piacevole e la dotazione di
accessori è interessante, anche se la mancanza del cruise control
adattivo o della frenata automatica, assenti anche dagli optional, dimostrano
che la lista di accessori disponibili segni il tempo e meriti di
essere aggiornata. Anche sulla Zoe è presente la modalità 'Eco', che
limita le prestazioni di motore e accessori per aumentare l'autonomia
residua; a questo, aggiungiamo che nel 2015 è stato introdotto un
nuovo propulsore in grado di garantire un 10% di percorrenza in più,
senza modifiche al pacco batterie.
Nel
traffico, l'auto si è dimostrata agile e scattante, lo sterzo
leggero in manovra e sufficientemente pronto, buona la frenata; il
percorso breve e la presenza di traffico, intensificatosi durante la
giornata, non ha permesso di analizzare con maggiore dettaglio le
prestazioni generali, ma considerando il tipo e la vocazione di
questa auto, le condizioni del test erano ideali. Aggiungo poi che
sia il driver Renault che io avevamo un accompagnatore ciascuno,
perciò posso confermare che la Zoe, omologata per cinque persone, si
è rivelata confortevole anche per i passeggeri e dispone di un
bagagliaio interessante, non limitato dalla linea o dalla
disposizione delle batterie.
Mancando
la possibilità di una prova di durata, ricordo che l'autonomia
dichiarata di questa auto è di 210km con il motore denominato Q210,
di 240 con la versione R240; i propulsori differiscono anche per la
potenza massima di carica: l'unità Q210 può accedere anche alla
ricarica rapida a 43kW, per il momento preclusa all'altro modello.
Un'ultima
considerazione sul prezzo: la Zoe può essere acquistata a partire da
22.100 euro, le versioni più accessoriate possono superare di poco i
25.000; a queste cifre si deve poi aggiungere il canone di noleggio
delle batterie, scelta commerciale di Renault valida per tutta la gamma ZE, che comprende i veicoli a emissioni zero della
Casa. È attualmente l'auto elettrica più a buon mercato e, facendo
un confronto con la i3 di cui parlavo poco tempo fa, con la cifra che
si risparmia c'è abbastanza margine per comprare una seconda auto:
non è poco.
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