Tra
le vetture in prova disponibili al Salone dell'Auto c’era anche la
Toyota Prius IV, l’evoluzione più recente della quasi ventennale
ibrida giapponese; ora, chi mi segue da più tempo sa già che mi
faccio scarrozzare da una Prius della seconda generazione, perciò
l’occasione di poter confrontare nonna e nipote mi è
parsa decisamente interessante.
La quarta generazione di questo
modello si presenta con un motore a scoppio di 1,8 litri da
72kW/98CV, abbinato a un motore elettrico da 53kW/72CV, per una
potenza combinata di 90kW/122CV; rispetto alla generazione precedente
perde una decina di cavalli, ma la differenza va tutta a vantaggio
dei consumi, mentre la migliorata efficienza del motore e del cambio
permettono di mantenere le prestazioni praticamente invariate.
La linea
della nuova Prius segna un notevole distacco dalle due generazioni
precedenti, sia come vista frontale, con un taglio dei fari più
aggressivo, sia nel posteriore, dove la differenza rispetto al
passato è ancora più marcata: i fanali seguono il bordo della
carrozzeria, mosso da una profonda nervatura, ed il risultato non
lascia indifferenti. Il giudizio estetico è per forza di cose
personale, io ad esempio apprezzo di più la soluzione che Toyota ha
presentato per caratterizzare la Prius plug-in:
La carrozzeria non
cambia, ma i fari così disegnati conferiscono un aspetto più
slanciato alla coda.
Sedendomi
al posto di guida, se da un lato molti dei comandi principali mi sono
risultati familiari, dall’altro ho apprezzato tutti i piccoli e
grandi miglioramenti introdotti: gli
interni hanno un aspetto elegante e ‘hi-tech’, il climatizzatore
bi-zona è molto efficace, lo scomparto per l’immancabile
smartphone permette anche la ricarica a induzione. In movimento, vista la marcia a passo d’uomo nel
traffico intorno al Parco del Valentino, non ho potuto valutare le
qualità dinamiche dell’auto, in
compenso un paio di novità sono risultate molto utili e piacevoli:
l’head-up display proiettato direttamente sul parabrezza, piuttosto
completo e molto ben leggibile, e l’allarme di prossimità, pronto
ad avvertire quando, in coda, ci si trova troppo vicino alla vettura
che ci precede o quando qualcuno si immette di prepotenza nella
nostra distanza di sicurezza; da un lato, uno strumento utile per
ridurre le distrazioni, dall’altro un aiuto per quando la
distrazione è ormai avvenuta. Certo, che la macchina protesti quando
ci si avvicina volontariamente al veicolo di fronte potrebbe ledere l’orgoglio di qualche guidatore, ma per aumentare
la sicurezza dei miei spostamenti io sono disposto a seguire anche i
consigli dell’elettronica di bordo.
Tornando
alla guida, la sensazione durante tutto il giro di prova è stata
molto familiare: l’auto risponde in modo molto simile alla sua
‘antenata’, lo spunto è regolare e la frenata sicura e ben
modulabile. Come nota di colore, durante i 4km di test il mio
accompagnatore ufficiale ha registrato con il suo tablet l’andamento
della prova, comunicandomi alla fine che per il 78% del tempo la
Prius è rimasta in modalità totalmente elettrica: il risultato è
interessante, forse sfalsato dalle attese in coda a motore termico
spento, ma comunque indice della buona tenuta delle batterie e della
generale efficienza del sistema ibrido.
A
test concluso, la mia impressione principale è che sia migliorata la
gestione del powertrain, ma non abbastanza da stravolgere
l’esperienza positiva che ho con la mia Prius, ancora in grado di
sorprendermi con una media di 19km/l su un percorso autostradale di
450km; discorso differente per quanto riguarda le dotazioni: dieci
anni di innovazioni fanno la differenza. La quarta generazione della
Prius è un ottimo prodotto, ma chi ha già dimestichezza con le auto
ibride sa cosa attendersi dal punto di vista di prestazioni e
consumi.
Sì, per un vero salto di qualità
dovremo riparlarne l’anno prossimo, possibilmente con un bel
confronto tra Toyota Prius e Hyundai Ioniq plug-in...
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