giovedì 4 agosto 2016

Salto generazionale



Tra le vetture in prova disponibili al Salone dell'Auto c’era anche la Toyota Prius IV, l’evoluzione più recente della quasi ventennale ibrida giapponese; ora, chi mi segue da più tempo sa già che mi faccio scarrozzare da una Prius della seconda generazione, perciò l’occasione di poter confrontare nonna e nipote mi è parsa decisamente interessante.


La quarta generazione di questo modello si presenta con un motore a scoppio di 1,8 litri da 72kW/98CV, abbinato a un motore elettrico da 53kW/72CV, per una potenza combinata di 90kW/122CV; rispetto alla generazione precedente perde una decina di cavalli, ma la differenza va tutta a vantaggio dei consumi, mentre la migliorata efficienza del motore e del cambio permettono di mantenere le prestazioni praticamente invariate. 
 
Fonte: catalogo Prius
La linea della nuova Prius segna un notevole distacco dalle due generazioni precedenti, sia come vista frontale, con un taglio dei fari più aggressivo, sia nel posteriore, dove la differenza rispetto al passato è ancora più marcata: i fanali seguono il bordo della carrozzeria, mosso da una profonda nervatura, ed il risultato non lascia indifferenti. Il giudizio estetico è per forza di cose personale, io ad esempio apprezzo di più la soluzione che Toyota ha presentato per caratterizzare la Prius plug-in:
 
Fonte: ideegreen.it
La carrozzeria non cambia, ma i fari così disegnati conferiscono un aspetto più slanciato alla coda.
Sedendomi al posto di guida, se da un lato molti dei comandi principali mi sono risultati familiari, dall’altro ho apprezzato tutti i piccoli e grandi miglioramenti introdotti: gli interni hanno un aspetto elegante e ‘hi-tech’, il climatizzatore bi-zona è molto efficace, lo scomparto per l’immancabile smartphone permette anche la ricarica a induzione. In movimento, vista la marcia a passo d’uomo nel traffico intorno al Parco del Valentino, non ho potuto valutare le qualità dinamiche dell’auto, in compenso un paio di novità sono risultate molto utili e piacevoli: l’head-up display proiettato direttamente sul parabrezza, piuttosto completo e molto ben leggibile, e l’allarme di prossimità, pronto ad avvertire quando, in coda, ci si trova troppo vicino alla vettura che ci precede o quando qualcuno si immette di prepotenza nella nostra distanza di sicurezza; da un lato, uno strumento utile per ridurre le distrazioni, dall’altro un aiuto per quando la distrazione è ormai avvenuta. Certo, che la macchina protesti quando ci si avvicina volontariamente al veicolo di fronte potrebbe ledere l’orgoglio di qualche guidatore, ma per aumentare la sicurezza dei miei spostamenti io sono disposto a seguire anche i consigli dell’elettronica di bordo.
Tornando alla guida, la sensazione durante tutto il giro di prova è stata molto familiare: l’auto risponde in modo molto simile alla sua ‘antenata’, lo spunto è regolare e la frenata sicura e ben modulabile. Come nota di colore, durante i 4km di test il mio accompagnatore ufficiale ha registrato con il suo tablet l’andamento della prova, comunicandomi alla fine che per il 78% del tempo la Prius è rimasta in modalità totalmente elettrica: il risultato è interessante, forse sfalsato dalle attese in coda a motore termico spento, ma comunque indice della buona tenuta delle batterie e della generale efficienza del sistema ibrido.
A test concluso, la mia impressione principale è che sia migliorata la gestione del powertrain, ma non abbastanza da stravolgere l’esperienza positiva che ho con la mia Prius, ancora in grado di sorprendermi con una media di 19km/l su un percorso autostradale di 450km; discorso differente per quanto riguarda le dotazioni: dieci anni di innovazioni fanno la differenza. La quarta generazione della Prius è un ottimo prodotto, ma chi ha già dimestichezza con le auto ibride sa cosa attendersi dal punto di vista di prestazioni e consumi.
Sì, per un vero salto di qualità dovremo riparlarne l’anno prossimo, possibilmente con un bel confronto tra Toyota Prius e Hyundai Ioniq plug-in...

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