Questo
panorama non è esattamente quello che ho ammirato questa mattina. In
auto, mentre guidavo ho potuto cogliere alcuni scorci delle Alpi
intorno a Torino, una vista decisamente piacevole: l’aria era
tersa, lo sguardo poteva spaziare liberamente su tutto l’arco di
montagne e colline visibili dalla strada. Questo, almeno, per i
passeggeri presenti: guidando, a parte qualche rapida occhiata quando
lo scenario si presentava di fronte al parabrezza, le immagini più
affascinanti hanno appena sfiorato la mia retina. La storia si è
conclusa quando, tornato alla base, ho finalmente fatto la foto che
avrei voluto scattare durante il viaggio: il panorama è bello, ma la
luce era diversa e si era addensata un poco di foschia, l’attimo
che avrei potuto godermi era ormai trascorso.
Prima
che qualcuno si sorprenda ribadisco che guidare continua a piacermi,
ma l’episodio di oggi mi ha ricordato che viaggiare significa anche
apprezzare il percorso, talvolta nelle vesti di passeggero,
trasportato dall’auto e libero di spaziare ovunque con lo sguardo.
Facile
quando si è in compagnia, potrebbe obbiettare qualcuno, ma se si
viaggia da soli?
Beh,
questo è un altro punto a favore della guida autonoma...
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