mercoledì 11 maggio 2016

Ma io che auto ho?

Propulsore ibrido Robert Bosch, © Deutsche Museum
Al Deutsche Museum di Monaco è esposto questo prototipo di un gruppo propulsore ibrido per autotrazione, installato a titolo sperimentale su un veicolo nel 1970. Nonostante riuscisse nel suo intento di ridurre i consumi e migliorare la risposta dell'auto nelle varie condizioni di marcia, ingombri e costo di batterie ed elettronica ne impedirono di fatto l'applicazione su scala industriale.

Nel 1997 viene messa sul mercato la Toyota Prius. È un mezzo dalla linea particolare, con poche concessioni all'estetica, sacrificata sull'altare della funzionalità, ma segna il passaggio di un confine: con questa macchina la propulsione ibrida diventa di serie, ad un prezzo accessibile al grande pubblico.

Passano gli anni, si evolvono design e tecnologie: nel 2004 entra in scena la seconda serie della Prius.
Ho preso contatto per la prima volta con questa sua versione in occasione di una prova organizzata presso un concessionario di Moncalieri (TO); un test drive condiviso con l'amico Michele, la cui lucidità è un utile contraltare per le reazioni 'di pancia' che mi contraddistinguono quando mi avvicino a una macchina nuova. La sua esperienza è una risorsa preziosa ogniqualvolta serva un'opinione obiettiva in merito alle auto. O alla musica. O a molte altre cose...
Tornando alla vettura: la Prius ci stava aspettando nel piazzale, al primo sguardo ho apprezzato la forma a goccia, con coda tronca per favorire l'aerodinamica e il lunotto diviso in due, molto inclinato fino al taglio dello spoiler, poi verticale, col risultato di conferire alla macchina un sedere 'importante'; una linea priva di fronzoli, esteticamente un notevole passo avanti rispetto all'aspetto un po' naïf della prima serie. Entrando in auto, mi sono innamorato all'istante del sistema 'keyless' di accesso e avviamento; l'assenza di vibrazioni all'accensione è stato il successivo punto a favore della Prius.
Provata l'ebbrezza dei primi metri percorsi con un mezzo a trazione elettrica, il test drive si è svolto regolarmente: nella prima parte abbiamo apprezzato accelerazione, coppia e maneggevolezza della vettura, nella seconda stabilità e tenuta di strada. Come risultato di questo primo incontro, la Prius ha mostrato più luci che ombre e sono tornato a casa con un'impressione decisamente positiva di questa macchina. Talmente positiva che nel 2007 mi sono deciso e ne ho acquistata una.

La scelta è ricaduta su una Prius nera dotata di cruise control, navigatore satellitare e retrocamera di parcheggio. Il colore era all'epoca l'unico non metallizzato, i tre optional facevano parte di un unico pacchetto non modulabile: per una vettura destinata a percorrere molti chilometri, il controllo della velocità di crociera è un elemento quasi irrinunciabile, la presenza degli altri una piacevole aggiunta.

Entrando nel dettaglio, quali elementi di questa macchina mi hanno convinto, quali pregi si sono confermati in seguito ad un uso costante e, soprattutto, quali punti deboli si sono manifestati col tempo?

La Prius, dicevamo, ha una buona tenuta di strada: comportamento sottosterzante quando si insiste sull'acceleratore in curva, retrotreno stabile ma piacevolmente reattivo, anche grazie alla buona distribuzione del peso dovuta alla presenza della batteria del sistema ibrido, subito dietro ai sedili posteriori. Il motore, grazie all'ausilio dell'unità elettrica, ha una discreta coppia, accelera con buona progressione per effetto dell'E-CVT, la trasmissione automatica a variazione continua sviluppata da Toyota per questa macchina: ha un leggero effetto 'elastico' non appena si affonda il piede sull'acceleratore, ma prende velocità con piacevole regolarità.
Il pedale del freno dedica la prima parte della sua corsa alla cosiddetta frenata rigenerativa, che ha lo scopo di trasformare l'energia cinetica in energia da accumulare nelle batterie. C'è chi afferma che la Prius, per questo motivo, abbia una frenata poco modulabile; per la mia esperienza, questo non ha mai rappresentato un problema, le decelerazioni sono sempre state adeguate e controllabili, anche in condizioni di emergenza. Piuttosto avrei preferito una maggiore possibilità di sfruttare il freno motore sfruttando il cambio, che ha sì una posizione improntata ad un maggiore recupero energetico, ma è ormai superato dall'elettronica più moderna installata su altre auto ibride più recenti, sia del gruppo Toyota/Lexus che di altre case.

All'interno, il posto guida è molto confortevole e l'ergonomia sufficientemente curata: i pochi comandi sono tutti a portata di mano, solo alcuni pulsanti sulla sinistra sono un po' nascosti. La plancia ha un aspetto sibaritico, dominata dal touch screen che permette di comandare le funzioni avanzate di climatizzatore automatico e sistema di navigazione: il passaggio da una modalità all'altra si comanda con i tasti ai lati dello schermo. Un'altra fila di pulsanti, sotto la fenditura di inserimento del CD, gestisce le funzioni dell'impianto stereo, in grado di leggere file MP3 e dotato di presa AUX, nascosta nel vano sotto l'appoggiabraccio. I sei altoparlanti di serie svolgono onestamente il loro lavoro, la qualità audio è sufficiente per divertirsi durante i lunghi viaggi. Ai pochi tasti presenti sulla plancia fanno da contraltare i numerosi comandi presenti sul volante: dalle razze, spostando un dito, si possono controllare climatizzatore, radio, vivavoce e le informazioni visualizzate sul display. Manca l'accesso ad alcune regolazioni, ma la possibilità di attivare la gestione autonoma dei flussi d'aria o di modificare la temperatura richiesta con pochi tocchi e senza spostare lo sguardo dalla strada sono piacevoli comodità da cui farsi viziare.

Vivendo l'auto da passeggeri, la seduta del divano posteriore è sufficientemente confortevole per tre persone e si apprezza il notevole spazio a disposizione per le gambe. La macchina è piuttosto silenziosa anche alle andature autostradali, il bagagliaio è ampio e ben sfruttabile, con una vasca piuttosto capiente sotto il piano di carico, dietro alla batteria: le valigie di quattro persone trovano comodamente posto, riuscendo anche a chiudere il tendalino. Ok, devono essere quattro persone abili nella gestione degli spazi, ma la cubatura è comunque abbondante e la Prius si dimostra una vettura ideale sia per i trasferimenti vacanzieri che per le gite all'Ikea più vicina...

Tutte le caratteristiche finora elencate sono interessanti, d'accordo, ma vogliamo parlare dei consumi?
Già, perché nel momento in cui ci si mette alla guida di un'auto ibrida, una delle prime verifiche a cui sottoporla è proprio se si dimostri parsimoniosa come il costruttore ci garantisce; per la mia esperienza, la Prius ha sempre mantenuto le promesse: attualmente percorro una media di 18,5 km/l, ottima considerando il mio stile di guida, non sempre votato al risparmio, e il tipo di percorso, che prevede sempre qualche chilometro di salita prima di arrivare alla meta. D'inverno le basse temperature obbligano il motore a scoppio a lavorare un po' di più per arrivare in temperatura, d'estate l'uso del condizionatore può avere un peso sulla percorrenza, ma con questa macchina non frequento spesso i distributori di carburante. O le officine: escludendo la manutenzione periodica, in tutti gli anni passati non si sono verificati inconvenienti di rilievo, a testimonianza dell'affidabilità della vettura.

Insomma, un'auto priva di difetti? Ovviamente no. Quotidianamente si nota come la visibilità posteriore sia in parte limitata dalla forma del lunotto: lo spoiler ostacola in parte la visuale, soprattutto in manovra si apprezza l'azione combinata di sensori di parcheggio e telecamera. Anche davanti, il montante anteriore molto inclinato procura un discreto angolo buio, che infastidisce durante le svolte a sinistra o le immissioni in rotonda; c'è, è vero, un minuscolo vetro triangolare alla base del montante stesso, ma non è sufficiente a eliminare il fastidio. Un altro problema, evidente per chi abita in zone collinari o montane, dove la neve può creare qualche disagio, è la motricità su fondi sdrucciolevoli: quando una ruota comincia a pattinare il controllo della trazione le taglia immediatamente la potenza; la ruota rimanente, incaricata di compiere l'intero sforzo, inizia anch'essa a slittare, con conseguente intervento del suddetto sistema di controllo, che porta all'arresto della macchina. Vero, è un caso estremo e poco frequente, che per verificarsi richiede una forte nevicata, una salita e il ritardo dei mezzi spalaneve, ma se abitate dalle mie parti conviene prenderlo in considerazione. Aggiungiamo, più come nota di carattere che come difetto, che è sì una vettura sicura e maneggevole, ma solo con molta fantasia e un pizzico di malafede la si potrebbe definire sportiva: se cercate emozioni forti, probabilmente non è la macchina giusta per voi...

In conclusione, la Prius seconda serie ha dimostrato di essere matura per affrontare la concorrenza ad armi pari e ritengo abbia retto degnamente il confronto anche con la terza serie del 2009, un po' più potente e parsimoniosa, ma non abbastanza da farmi desiderare di cambiarla.

Nove anni e 140000 km dopo sto ancora viaggiando con lei. Immaginando un'ipotetica sostituta? Beh, l'anno prossimo uscirà la Prius quarta serie plug-in...

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