mercoledì 6 marzo 2019

La mia prima Tesla

Dopo un po’ di silenzio sulle pagine di questo blog, è arrivato il momento di rispolverare la tastiera per raccontare la mia nuova esperienza a 4 ruote. L’occasione per riprendere il discorso si è verificata quando Tesla Italia, per promuovere l’imminente arrivo della Model 3, ha proposto una serie di test drive di Model S e Model X in tutta Italia.
Le auto di Elon Musk mi hanno sempre attratto, non ne ho mai fatto mistero, perciò non mi sono lasciato sfuggire questa occasione. Prenotata la prova online sono stato richiamato da una cortese operatrice che ha organizzato l’incontro proponendomi la scelta tra uno dei due modelli, ho optato per la Model S, più simile come impostazione alla 3.
Il giorno dell’appuntamento abbiamo trovato ad accoglierci le due protagoniste nel piazzale di un supermercato. La prima impressione positiva è stata lo sguardo sorpreso e soddisfatto di chi lasciava il volante a fine test, un’espressione simile a quella di chi ha appena concluso un giro di giostra.

La protagonista del test, bella anche controluce.
Espletate le formalità eravamo pronti per partire con una Model S 100 D, la versione dotata di accumulatori di maggiore capacità.
La posizione di guida è risultata subito confortevole, la visibilità ottima, la strumentazione... spiazzante. Un conto è vedere le foto di un cruscotto dominato da uno schermo da 17 pollici e pochissimi comandi fisici, un altro è trovarvisi di fronte e non avere qualche pulsante da pigiare per giocare un poco testare i servocomandi e la qualità dei materiali.
Uscire dal parcheggio con un mezzo prossimo ai 5 metri di lunghezza si è rivelato più agevole del previsto, la dotazione di sensori della Model S è ricca e il sistema veglia su manovre e marcia, tanto che procedendo per le strette vie della cittadina sul quadro strumenti comparivano suggerimenti ogni volta che scorrevamo di fianco a uno stallo di dimensioni sufficienti per parcheggiare. Sempre procedendo nel traffico, un’altra interessante sorpresa: il display del quadro strumenti riporta costantemente la situazione monitorata dai sensori dell’auto rappresentando graficamente la Tesla in mezzo alle sagome dei veicoli che la circondano, distinguendo tra berline, monovolume e biciclette. Quello che a prima vista può sembrare un vezzo tecnologico è un utile indicatore: riferisce al guidatore con sufficiente precisione quanto l’auto riesca a percepire dell’ambiente che la circonda e permette di valutare l’efficienza del sistema di monitoraggio.

Fonte: Tesla
Riportando gli occhi sulla strada, la Model S si è dimostrata maneggevole e confortevole mentre si procedeva avvolti dal silenzio tipico della propulsione elettrica. Unico minuscolo rimpianto, la prova si è svolta esclusivamente su strade aperte, senza l’occasione di valutare le effettive prestazioni dell’auto. Unico assaggio, un’accelerata più decisa delle altre in un rettilineo sgombro dal traffico: pur senza affondare completamente il pedale, le oltre due tonnellate della Tesla sono balzate in avanti con una progressione impressionante. Nessun rilievo cronometrico, ma tanta emozione.
Dovendo mantenere un'andatura da codice, dopo essermi divertito un po' guidando ho deciso di lasciare il volante, metaforicamente parlando, all'Autopilot per capire cosa fosse in grado di fare. Il sistema di guida semiautonoma della Model S si è dimostrato all'altezza delle aspettative, seguendo senza esitazione l'andamento della strada con manovre sufficientemente morbide e procedendo rigorosamente a distanza di sicurezza dagli altri veicoli. Nessun problema anche per la regolazione della velocità, visto che l'auto riconosce anche i segnali stradali.
Pochi minuti trascorsi viaggiando così sono stati sufficienti per accorgersi quanto sia facile affidarsi a un sistema di questo tipo, questione affrontata qua, scordando i limiti legali e pratici: la macchina non è ancora in grado di sostituirsi al pilota umano in tutto e per tutto, ma ne regala già l'illusione e infonde rapidamente sicurezza.


A giro concluso ho anche curiosato nei due scomparti bagagli della Tesla. Il vano posteriore è molto ampio, il portellone permette un accesso comodo  e lo spazio è ben sfruttabile, il vano anteriore è sufficiente per un borsone o utile per riporre cavi e eventuali attrezzi: affrontare un viaggio con passeggeri e bagagli non presenta problemi. E per chi si ponesse il cruccio dell'autonomia di marcia, il navigatore è in grado di valutare il percorso migliore comprendendo anche le soste necessarie presso i punti di ricarica Supercharger più comodi lungo il tragitto.

Fosse anche durato il doppio, il test drive sarebbe stato comunque troppo breve. Ho salutato la Model S con una punta di dispiacere, il giro di giostra era arrivato alla fine...

... per il momento.

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