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Fonte: www.quattroruote.it |
Eccoci
alla seconda tappa del mio viaggio tra i suv: le impressioni di guida
sul tracciato off-road. Preparatevi, ci si impolvera.
O
almeno, questo è successo alle auto. C’era, tra i mezzi
disponibili, una Range Rover Evoque cabriolet che suppongo
permettesse agli occupanti di ricevere la loro porzione di terra, ma
avevo organizzato le mia guide su altri modelli e non ho avuto il
piacere di provare l’esperienza.
Ho
cominciato con la Mazda CX-5 2.0l turbodiesel automatica da 150CV;
mentre per me si è trattato del primo contatto con questo percorso,
per il driver che mi ha accompagnato è stato il primo giro su questo
modello, perciò l’abbiamo analizzato insieme, scoprendo che questo
allestimento era privo degli accessori dedicati alla guida in
fuoristrada. Poco male, l’auto ha affrontato la prima salita, per
nulla impegnativa, senza la minima esitazione. Di fronte all’ostacolo
iniziale, una discesa con pendenza al 30%, le indicazioni del mio
accompagnatore hanno puntato l’accento sulla visibilità,
praticamente nulla oltre al muso una volta sul ciglio della rampa, e
sugli errori da evitare, ma il mezzo ha affrontato la sfida senza
alcuna esitazione o incertezza. Lo stesso per la rampa successiva,
una salita al 20% percorsa con grande nonchalance che ci ha portati
in cima alla discesa seguente. Nuovamente, la CX-5 si è comportata
in maniera esemplare, dando prova di notevole grip e ottimo impianto
frenante. Il percorso prevedeva poi un passaggio su strada sterrata
in piano, sui solchi: qua il suv giapponese si è dimostrato
decisamente confortevole, l’unico evento degno di nota è stata una
leggera ‘spanciata’ su una protuberanza del terreno. Procedevo a
velocità moderata, ma la comodità e la sensazione di stabilità
trasmessi dalla macchina mi hanno fatto sottovalutare l’ampiezza
delle sconnessioni. Completato questo tratto, siamo arrivati alla
parte finale: la prova di slalom sull'erba. Presa confidenza con il
percorso dopo le prime manovre, anche in questo caso la Mazda ha
dimostrato notevole stabilità e maneggevolezza e il passaggio è
stato divertente e privo di imprevisti. L’unico appunto che posso
fare è che questa parte del tracciato precedeva… il parcheggio:
fine del giro, si scende proprio quando ci sto prendendo gusto.
Allora,
eccomi pronto a salire sulla seconda auto prenotata: Hyundai Tucson
2.0l turbodiesel automatica. Confesso: per la voglia di partire non
mi sono ricordato di chiedere la potenza espressa dal motore, ma
questo non mi ha impedito di apprezzare l’efficacia del mezzo. Il
percorso mi era chiaro, perciò le indicazioni del copilota si sono
alternate a chiacchiere e commenti relativi al mio approccio alla
guida in fuoristrada, piacevolmente corroboranti per il mio amor
proprio. Arrivati al tratto sterrato ho confidato di aver fatto
toccare il fondo della Mazda nel giro precedente, ma il mio
accompagnatore ha liquidato la questione ricordandomi che viaggiare
in fuoristrada implica anche queste esperienze: la qualità del mezzo
si valuta anche da come sopporta questi strapazzi. Affrontato lo
slalom e conclusa questa prova, posso dire che questo suv ha
sfoggiato un’ottima motricità, una coppia notevole, un buon
impianto frenante e sospensioni valide e confortevoli: niente male,
per un percorso così breve.
Giunto
a questo punto, mi aspettava l’ultima delle vetture da me
previste per lo sterrato: una Volvo XC60 D4 AWD Geartronic, la
versione dotata del turbodiesel 2.4l da 190CV abbinato al cambio
automatico ed alla trazione integrale. Avviato il motore, nomino
casualmente la mia Prius al driver seduto di fianco a me, scoprendo
che anche lui possiede lo stesso modello e facendo prendere alla
conversazione una piega che, a ripensarci ora, pare vagamente
surreale: invece di scambiarci informazioni e commenti sul percorso o
sulla vettura che ci stava portando a spasso, abbiamo trascorso quasi
tutto il tempo a scambiarci aneddoti sulle rispettive auto. Solo in
alcuni passaggi abbiamo rivolto l'attenzione alla vettura, che dal
canto suo ha dimostrato qualità encomiabili: ottimo il grip sulle
rampe, freni efficienti, motore pronto e un piacevole equilibrio tra
assetto e comfort. Anche lo sterzo ha brillato nella prova di slalom,
perciò la Volvo esce a testa alta dal confronto con le concorrenti
orientali, ma di quest'ultimo test-drive mi resterà soprattutto il
ricordo della divertente chiacchierata.
Guardando le auto impegnate nei test, in
attesa della navetta che mi avrebbe riportato al piazzale per
ricominciare la sessione di prove in pista, ho fatto questa
considerazione: pur avendo provato tre suv sprovviste di ausili
dedicati per la guida in fuoristrada, nessuno dei tre mezzi si è
trovato in difficoltà ad affrontare i vari passaggi. Siamo
d’accordo, nessuno di questi ostacoli presentava difficoltà da
specialisti, ma proprio per questo il risultato è interessante:
CX-5, Tucson e XC60 sono ottime soluzioni per chi necessita di un
veicolo in grado di percorrere centinaia di chilometri su strada
senza crucci e, all’occorrenza, avventurarsi su fondi a bassa
aderenza senza impensierire il guidatore. Un ultimo appunto è però doveroso: gli
elementi che rendono queste auto sicure su strada, in particolare la
gommatura, possono limitarle quando si tratta di arrampicarsi sulla neve,
come dimostrato da prove effettuate dalle riviste specializzate e,
incautamente, dal sottoscritto (un giorno vi racconterò), perciò
chi prevede di affrontare periodicamente questi ostacoli farà meglio
a prendere in considerazione un set di gomme invernali per scongiurare
situazioni imbarazzanti o pericolose.
Bene,
il minivan è arrivato: si torna in pista.
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