sabato 29 ottobre 2016

Tra terra e asfalto - 3 - In fuoristrada

Fonte: www.quattroruote.it
Eccoci alla seconda tappa del mio viaggio tra i suv: le impressioni di guida sul tracciato off-road. Preparatevi, ci si impolvera.


O almeno, questo è successo alle auto. C’era, tra i mezzi disponibili, una Range Rover Evoque cabriolet che suppongo permettesse agli occupanti di ricevere la loro porzione di terra, ma avevo organizzato le mia guide su altri modelli e non ho avuto il piacere di provare l’esperienza.


Ho cominciato con la Mazda CX-5 2.0l turbodiesel automatica da 150CV; mentre per me si è trattato del primo contatto con questo percorso, per il driver che mi ha accompagnato è stato il primo giro su questo modello, perciò l’abbiamo analizzato insieme, scoprendo che questo allestimento era privo degli accessori dedicati alla guida in fuoristrada. Poco male, l’auto ha affrontato la prima salita, per nulla impegnativa, senza la minima esitazione. Di fronte all’ostacolo iniziale, una discesa con pendenza al 30%, le indicazioni del mio accompagnatore hanno puntato l’accento sulla visibilità, praticamente nulla oltre al muso una volta sul ciglio della rampa, e sugli errori da evitare, ma il mezzo ha affrontato la sfida senza alcuna esitazione o incertezza. Lo stesso per la rampa successiva, una salita al 20% percorsa con grande nonchalance che ci ha portati in cima alla discesa seguente. Nuovamente, la CX-5 si è comportata in maniera esemplare, dando prova di notevole grip e ottimo impianto frenante. Il percorso prevedeva poi un passaggio su strada sterrata in piano, sui solchi: qua il suv giapponese si è dimostrato decisamente confortevole, l’unico evento degno di nota è stata una leggera ‘spanciata’ su una protuberanza del terreno. Procedevo a velocità moderata, ma la comodità e la sensazione di stabilità trasmessi dalla macchina mi hanno fatto sottovalutare l’ampiezza delle sconnessioni. Completato questo tratto, siamo arrivati alla parte finale: la prova di slalom sull'erba. Presa confidenza con il percorso dopo le prime manovre, anche in questo caso la Mazda ha dimostrato notevole stabilità e maneggevolezza e il passaggio è stato divertente e privo di imprevisti. L’unico appunto che posso fare è che questa parte del tracciato precedeva… il parcheggio: fine del giro, si scende proprio quando ci sto prendendo gusto.


Allora, eccomi pronto a salire sulla seconda auto prenotata: Hyundai Tucson 2.0l turbodiesel automatica. Confesso: per la voglia di partire non mi sono ricordato di chiedere la potenza espressa dal motore, ma questo non mi ha impedito di apprezzare l’efficacia del mezzo. Il percorso mi era chiaro, perciò le indicazioni del copilota si sono alternate a chiacchiere e commenti relativi al mio approccio alla guida in fuoristrada, piacevolmente corroboranti per il mio amor proprio. Arrivati al tratto sterrato ho confidato di aver fatto toccare il fondo della Mazda nel giro precedente, ma il mio accompagnatore ha liquidato la questione ricordandomi che viaggiare in fuoristrada implica anche queste esperienze: la qualità del mezzo si valuta anche da come sopporta questi strapazzi. Affrontato lo slalom e conclusa questa prova, posso dire che questo suv ha sfoggiato un’ottima motricità, una coppia notevole, un buon impianto frenante e sospensioni valide e confortevoli: niente male, per un percorso così breve.


Giunto a questo punto, mi aspettava l’ultima delle vetture da me previste per lo sterrato: una Volvo XC60 D4 AWD Geartronic, la versione dotata del turbodiesel 2.4l da 190CV abbinato al cambio automatico ed alla trazione integrale. Avviato il motore, nomino casualmente la mia Prius al driver seduto di fianco a me, scoprendo che anche lui possiede lo stesso modello e facendo prendere alla conversazione una piega che, a ripensarci ora, pare vagamente surreale: invece di scambiarci informazioni e commenti sul percorso o sulla vettura che ci stava portando a spasso, abbiamo trascorso quasi tutto il tempo a scambiarci aneddoti sulle rispettive auto. Solo in alcuni passaggi abbiamo rivolto l'attenzione alla vettura, che dal canto suo ha dimostrato qualità encomiabili: ottimo il grip sulle rampe, freni efficienti, motore pronto e un piacevole equilibrio tra assetto e comfort. Anche lo sterzo ha brillato nella prova di slalom, perciò la Volvo esce a testa alta dal confronto con le concorrenti orientali, ma di quest'ultimo test-drive mi resterà soprattutto il ricordo della divertente chiacchierata.


Guardando le auto impegnate nei test, in attesa della navetta che mi avrebbe riportato al piazzale per ricominciare la sessione di prove in pista, ho fatto questa considerazione: pur avendo provato tre suv sprovviste di ausili dedicati per la guida in fuoristrada, nessuno dei tre mezzi si è trovato in difficoltà ad affrontare i vari passaggi. Siamo d’accordo, nessuno di questi ostacoli presentava difficoltà da specialisti, ma proprio per questo il risultato è interessante: CX-5, Tucson e XC60 sono ottime soluzioni per chi necessita di un veicolo in grado di percorrere centinaia di chilometri su strada senza crucci e, all’occorrenza, avventurarsi su fondi a bassa aderenza senza impensierire il guidatore. Un ultimo appunto è però doveroso: gli elementi che rendono queste auto sicure su strada, in particolare la gommatura, possono limitarle quando si tratta di arrampicarsi sulla neve, come dimostrato da prove effettuate dalle riviste specializzate e, incautamente, dal sottoscritto (un giorno vi racconterò), perciò chi prevede di affrontare periodicamente questi ostacoli farà meglio a prendere in considerazione un set di gomme invernali per scongiurare situazioni imbarazzanti o pericolose.
Bene, il minivan è arrivato: si torna in pista.

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