sabato 31 dicembre 2016

Considerazioni di fine anno

Credit: Hans Noordsij
In questo video registrato dalla dashcam montata sulla Tesla del signor Hans Noordsij si assiste ad una nuova dimostrazione di efficacia da parte di un sistema di assistenza alla guida, in questo caso il famoso Autopilot: una frenata improvvisa che permette di evitare un impatto potenzialmente molto pericoloso. Si potrebbe obiettare che un abile pilota, attento alla dinamica del traffico, avrebbe potuto notare il SUV in fase di arresto davanti alla Opel bordeaux e effettuare la stessa manovra del sistema di sicurezza; non credo di essere l'unico che in una coda ha iniziato a rallentare osservando il comportamento delle auto oltre quella immediatamente davanti.
Tutto vero, un guidatore ideale non si distrae mai e la cronaca ci ricorda che anche i sistemi autonomi non sono ancora perfetti. Ma è la stessa cronaca che ci ricorda quanti incidenti derivino dalla distrazione, dalla stanchezza, da percezioni errate.
Perciò anche chi si ritiene pilota eccellente, mai soggetto a sbagli od omissioni e che pertanto penserà di non aver bisogno di un veicolo troppo autonomo e che certe innovazioni limitano il piacere della guida, provi a pensare che un bel giorno, lungo il viaggio, l’Autopilot altrui potrebbe salvare lui o la sua auto dalle sviste di un autista troppo interessato ad un messaggio appena ricevuto sul cellulare.
Il 2017 sta arrivando, la guida autonoma è un po’ più vicina.
Buon anno nuovo a tutti!

domenica 11 dicembre 2016

La fantasia al parcheggio – reprise

Io ho la ventura di risiedere in un comune che conta poco più di 3000 abitanti e che pur avendo origini antiche, con un primo insediamento databile intorno al IV secolo d.C. e quello più importante risalente al 1600, ha beneficiato nel secolo scorso di un piano regolatore oculato, che non ha trascurato la creazione di parcheggi intorno alla zona commerciale del paese, motivo per cui da queste parti il significato di ‘non trovo posto per la macchina’ si può tranquillamente tradurre come: ‘devo fare 120 metri a piedi per raggiungere la mia meta’; nonostante questo, molte delle immagini a corredo di questo post dello scorso maggio sono state scattate proprio qua intorno, giusto per ricordare che le cattive abitudini non sono solo caratteristiche dei grandi centri urbani.
Questo, per esempio, è quanto accade di fronte alla sede del comune.
Un altro aspetto interessante di vivere in un paese di queste dimensioni, di contro, è la possibilità di interloquire con le istituzioni, sia perché è statisticamente probabile che si incrocino sindaco e consiglieri con una certa frequenza, sia perché vengono organizzati incontri con i cittadini, durante i quali portare all’attenzione della giunta proposte e osservazioni. Stamattina, mentre mi recavo ad uno di questi incontri, ho potuto assistere all’ennesimo esempio di parcheggio opportunista: dovendo andare al bancomat, la guidatrice di una Peugeot grigia ha spostato la sua auto di un centinaio di metri per potersi arrestare di fronte al terminale, lasciando l’auto in pieno divieto di fermata. Assistere all’evento mi ha fornito uno spunto: perché non coinvolgere il sindaco nelle mie riflessioni e proporgli qualche misura per contrastare il fenomeno? Passato dal pensiero all’azione, col primo cittadino abbiamo gettato le basi per una campagna informativa. Porterà a qualcosa? Lo dirà il tempo, nel mentre vi terrò informati.

giovedì 1 dicembre 2016

Attraverso il finestrino

Questo panorama non è esattamente quello che ho ammirato questa mattina. In auto, mentre guidavo ho potuto cogliere alcuni scorci delle Alpi intorno a Torino, una vista decisamente piacevole: l’aria era tersa, lo sguardo poteva spaziare liberamente su tutto l’arco di montagne e colline visibili dalla strada. Questo, almeno, per i passeggeri presenti: guidando, a parte qualche rapida occhiata quando lo scenario si presentava di fronte al parabrezza, le immagini più affascinanti hanno appena sfiorato la mia retina. La storia si è conclusa quando, tornato alla base, ho finalmente fatto la foto che avrei voluto scattare durante il viaggio: il panorama è bello, ma la luce era diversa e si era addensata un poco di foschia, l’attimo che avrei potuto godermi era ormai trascorso. 
Prima che qualcuno si sorprenda ribadisco che guidare continua a piacermi, ma l’episodio di oggi mi ha ricordato che viaggiare significa anche apprezzare il percorso, talvolta nelle vesti di passeggero, trasportato dall’auto e libero di spaziare ovunque con lo sguardo.
Facile quando si è in compagnia, potrebbe obbiettare qualcuno, ma se si viaggia da soli?
Beh, questo è un altro punto a favore della guida autonoma...

sabato 5 novembre 2016

L’auto, il denaro, la tecnologia: alcune considerazioni

Fonte: www.bmw.it
Chi mi conosce da tempo sa che mi piacciono le auto prodotte dalla BMW: delle vetture di Monaco apprezzo il design, le scelte tecnologiche, alcune motorizzazioni interessanti e la sensazione che trasmettono quando le si guida.

Fonte: www.bmw.it
Due giorni fa, in attesa ad un incrocio, mi passa davanti una serie 6 Gran Coupé. Essendo un modello poco comune ha richiamato subito la mia attenzione, anche perché per immettermi nella strada dovevo interpretarne il moto, all'apparenza un po' erratico. Quando infine mi sfila di fronte, comprendo il motivo: il suo guidatore era, poverino, impegnato in una conversazione telefonica e la gestione contemporanea di volante e cellulare, rigorosamente tenuto accanto all'orecchio, gli risultava probabilmente complessa.
Fonte: web
Ora, senza andare a scomodare le norme di legge attuali e future, che richiederebbero anche la presenza di controlli capillari per poter essere applicate, quando sono testimone di queste situazioni compio inevitabilmente questa riflessione: per quale motivo, caro guidatore, non hai collegato il telefono all'impianto della vettura? L'auto era una BMW 640d Gran Coupé X-Drive bianca, un giocattolo da 95.900 Euro secondo i listini BMW e, sempre secondo il sito della casa, la connessione bluetooth è di serie: perché non connettere il cellulare al vivavoce integrato? Si fa una volta, telefono e auto fanno la reciproca conoscenza e da quel momento il collegamento è automatico; molto comodo, lo uso da dieci anni sulla Prius.
Forse non funziona più il bluetooth del telefono. È un problema, sono d'accordo, ma se non ci si vuole separare dal telefono guasto per motivi pratici o affettivi un auricolare compatibile costa una dozzina di euro e la questione è nuovamente risolta.
La presa per l'auricolare è inspiegabilmente guasta, o il fastidio di avere qualcosa nell'orecchio è un ostacolo insormontabile? Perfetto, da anni i cellulari possiedono la funzione 'vivavoce' integrata. La qualità audio non sarà il massimo, ma continua a essere una soluzione praticabile, l'ho sperimentato sul mio RAV4 'low-tech' quando ho dimenticato a casa l'auricolare.
Nemmeno l'altoparlante del telefonino funziona? Allora è il momento di comprare un cellulare nuovo, ce ne sono UMTS dotati di bluetooth (ammesso che ne vendano ancora modelli privi) a partire da 40 euro.
In questo elenco insisto sull'aspetto economico per il semplice motivo che trovarsi alla guida di un mezzo così costoso ti espone a questo tipo di considerazione, privandoti almeno della giustificazione economica per le tue scelte. E anche in un caso estremo, in cui auto e cellulare non fossero indicatori di disponibilità economica, ma oggetti in prestito che sappiamo a malapena adoperare, c'è sempre l'opzione di accostare, finire la telefonata e ripartire, con entrambe le mani nuovamente libere.

In Formula 1 si è lavorato per anni per ottenere l’integrazione dei comandi sul volante, cambio compreso, così da limitare gli spostamenti delle mani dei piloti; in maniera analoga le Case hanno seguito la stessa linea d'azione sulle auto di serie, trasferendo sempre più interruttori e selettori sulle razze o sul piantone dello sterzo. Perché vanificare i benefici di questi miglioramenti reggendo un telefono mentre si guida?
Come dicevo, verrà presto il momento in cui sarà l’auto stessa a occuparsi della guida portandoci alla meta in tutta sicurezza, risolvendo il problema alla radice, ma fino ad allora la sicurezza nella guida implicherà di tenere le mani sul volante e lo sguardo sulla strada; l’ha capito anche mio figlio. Che ha 8 anni.

sabato 29 ottobre 2016

Tra terra e asfalto - 3 - In fuoristrada

Fonte: www.quattroruote.it
Eccoci alla seconda tappa del mio viaggio tra i suv: le impressioni di guida sul tracciato off-road. Preparatevi, ci si impolvera.


O almeno, questo è successo alle auto. C’era, tra i mezzi disponibili, una Range Rover Evoque cabriolet che suppongo permettesse agli occupanti di ricevere la loro porzione di terra, ma avevo organizzato le mia guide su altri modelli e non ho avuto il piacere di provare l’esperienza.


Ho cominciato con la Mazda CX-5 2.0l turbodiesel automatica da 150CV; mentre per me si è trattato del primo contatto con questo percorso, per il driver che mi ha accompagnato è stato il primo giro su questo modello, perciò l’abbiamo analizzato insieme, scoprendo che questo allestimento era privo degli accessori dedicati alla guida in fuoristrada. Poco male, l’auto ha affrontato la prima salita, per nulla impegnativa, senza la minima esitazione. Di fronte all’ostacolo iniziale, una discesa con pendenza al 30%, le indicazioni del mio accompagnatore hanno puntato l’accento sulla visibilità, praticamente nulla oltre al muso una volta sul ciglio della rampa, e sugli errori da evitare, ma il mezzo ha affrontato la sfida senza alcuna esitazione o incertezza. Lo stesso per la rampa successiva, una salita al 20% percorsa con grande nonchalance che ci ha portati in cima alla discesa seguente. Nuovamente, la CX-5 si è comportata in maniera esemplare, dando prova di notevole grip e ottimo impianto frenante. Il percorso prevedeva poi un passaggio su strada sterrata in piano, sui solchi: qua il suv giapponese si è dimostrato decisamente confortevole, l’unico evento degno di nota è stata una leggera ‘spanciata’ su una protuberanza del terreno. Procedevo a velocità moderata, ma la comodità e la sensazione di stabilità trasmessi dalla macchina mi hanno fatto sottovalutare l’ampiezza delle sconnessioni. Completato questo tratto, siamo arrivati alla parte finale: la prova di slalom sull'erba. Presa confidenza con il percorso dopo le prime manovre, anche in questo caso la Mazda ha dimostrato notevole stabilità e maneggevolezza e il passaggio è stato divertente e privo di imprevisti. L’unico appunto che posso fare è che questa parte del tracciato precedeva… il parcheggio: fine del giro, si scende proprio quando ci sto prendendo gusto.


Allora, eccomi pronto a salire sulla seconda auto prenotata: Hyundai Tucson 2.0l turbodiesel automatica. Confesso: per la voglia di partire non mi sono ricordato di chiedere la potenza espressa dal motore, ma questo non mi ha impedito di apprezzare l’efficacia del mezzo. Il percorso mi era chiaro, perciò le indicazioni del copilota si sono alternate a chiacchiere e commenti relativi al mio approccio alla guida in fuoristrada, piacevolmente corroboranti per il mio amor proprio. Arrivati al tratto sterrato ho confidato di aver fatto toccare il fondo della Mazda nel giro precedente, ma il mio accompagnatore ha liquidato la questione ricordandomi che viaggiare in fuoristrada implica anche queste esperienze: la qualità del mezzo si valuta anche da come sopporta questi strapazzi. Affrontato lo slalom e conclusa questa prova, posso dire che questo suv ha sfoggiato un’ottima motricità, una coppia notevole, un buon impianto frenante e sospensioni valide e confortevoli: niente male, per un percorso così breve.


Giunto a questo punto, mi aspettava l’ultima delle vetture da me previste per lo sterrato: una Volvo XC60 D4 AWD Geartronic, la versione dotata del turbodiesel 2.4l da 190CV abbinato al cambio automatico ed alla trazione integrale. Avviato il motore, nomino casualmente la mia Prius al driver seduto di fianco a me, scoprendo che anche lui possiede lo stesso modello e facendo prendere alla conversazione una piega che, a ripensarci ora, pare vagamente surreale: invece di scambiarci informazioni e commenti sul percorso o sulla vettura che ci stava portando a spasso, abbiamo trascorso quasi tutto il tempo a scambiarci aneddoti sulle rispettive auto. Solo in alcuni passaggi abbiamo rivolto l'attenzione alla vettura, che dal canto suo ha dimostrato qualità encomiabili: ottimo il grip sulle rampe, freni efficienti, motore pronto e un piacevole equilibrio tra assetto e comfort. Anche lo sterzo ha brillato nella prova di slalom, perciò la Volvo esce a testa alta dal confronto con le concorrenti orientali, ma di quest'ultimo test-drive mi resterà soprattutto il ricordo della divertente chiacchierata.


Guardando le auto impegnate nei test, in attesa della navetta che mi avrebbe riportato al piazzale per ricominciare la sessione di prove in pista, ho fatto questa considerazione: pur avendo provato tre suv sprovviste di ausili dedicati per la guida in fuoristrada, nessuno dei tre mezzi si è trovato in difficoltà ad affrontare i vari passaggi. Siamo d’accordo, nessuno di questi ostacoli presentava difficoltà da specialisti, ma proprio per questo il risultato è interessante: CX-5, Tucson e XC60 sono ottime soluzioni per chi necessita di un veicolo in grado di percorrere centinaia di chilometri su strada senza crucci e, all’occorrenza, avventurarsi su fondi a bassa aderenza senza impensierire il guidatore. Un ultimo appunto è però doveroso: gli elementi che rendono queste auto sicure su strada, in particolare la gommatura, possono limitarle quando si tratta di arrampicarsi sulla neve, come dimostrato da prove effettuate dalle riviste specializzate e, incautamente, dal sottoscritto (un giorno vi racconterò), perciò chi prevede di affrontare periodicamente questi ostacoli farà meglio a prendere in considerazione un set di gomme invernali per scongiurare situazioni imbarazzanti o pericolose.
Bene, il minivan è arrivato: si torna in pista.

I post precedenti:

giovedì 20 ottobre 2016

Di macchine e guasti

L’affidabilità di una macchina, intesa in senso lato, è importante. Quando abbiamo una meta, un guasto rende il viaggio più difficoltoso e la sua risoluzione, in genere, porta via tempo. In questo caso, non parlo di automobili ma di computer. Del mio, in particolare: il soggetto della foto in apertura è il vecchio SSD di sistema dal mio PC, che qualche giorno fa ha deciso di arrendersi al tempo in maniera inattesa e repentina. Una volta individuatolo come responsabile la sua doverosa sostituzione è stata rapida, la reinstallazione di sistema operativo e software ha richiesto il suo tempo e un minimo di attenzione. E ancora non ho finito... Effetto collaterale di tutto questo, per qualche giorno non mi sono più fatto vivo da queste parti, ma ora, con quasi tutto tornato alla normalità, si riprende con commenti, chiacchiere e reportage: ci risentiamo presto.

sabato 8 ottobre 2016

Auto intelligenti o macchine spietate?

L'auto buona e quella cattiva, nel mio immaginario adolescenziale
Da qualche tempo, sul sito moralmachine.mit.edu è presente un interessante gioco/sondaggio che richiede ai partecipanti di indicare quale, secondo loro, dovrebbe essere la scelta di un veicolo a guida autonoma nel momento in cui si dovesse trovare a decidere l’esito di un incidente inevitabile: privilegiare la sicurezza degli occupanti o quella di eventuali pedoni. Quale etica seguirà l’intelligenza artificiale? Il parametro di riferimento dovrebbe essere proteggere a ogni costo gli eventuali viaggiatori o contenere il numero di vittime, anche mettendo a repentaglio la sicurezza di chi viene trasportato? L’oggetto di questa ricerca portata avanti dal Massachusetts Institute of Technology è, cito, “una migliore comprensione di come gli esseri umani percepiscano l’intelligenza artificiale preposta a compiere queste scelte autonome” creando “una piattaforma per raccogliere un’immagine dell’opinione umana collettiva relativa a come le macchine debbano decidere di fronte a un dilemma morale”, sviluppando al contempo una discussione sui possibili scenari e sulle conseguenze morali. Un semplice quesito che ritengo molto stimolante: ho spesso affermato di apprezzare la guida autonoma, lo farei lo stesso sapendo che in determinate situazioni potrebbe decidere di sacrificarmi?

Fonte: moralmachine.mit.edu
I dati Istat per il 2015 ci dicono che gli incidenti stradali hanno causato circa 3400 morti solo in Italia, circa 9 al giorno, ma questo non mi impedisce di prender la macchina e infilarmi nel traffico, consapevole di correre un rischio e, soprattutto, di essere potenzialmente in balia di distrazioni ed errori miei e altrui. Penso che questa ricerca sia piuttosto importante, non tanto per l’aspetto statistico, dal momento che il test può essere ripetuto a piacere da chiunque, annullando qualsiasi controllo sul campione, ma per il fatto di essere un collettore di idee e pensieri: centinaia, migliaia, potenzialmente milioni di persone possono offrire spunti di riflessione e punti di vista inattesi. Malignamente, ho anche pensato ad un suo scopo ulteriore: le persone che rispondono al quesito sono le stesse che un giorno compreranno queste automobili, perché non cercare di comprendere a quali aspetti della guida autonoma sono più sensibili e prepararsi per il giorno in cui dette auto saranno pubblicizzate? Forse anche questo elemento entra nell’equazione, ma tutto va considerato durante lo sviluppo di un veicolo e della relativa campagna pubblicitaria: un elevato punteggio ottenuto ai test Euro NCAP è diventato qualcosa da indicare negli annunci, perciò un mezzo più sicuro per l’utente per la Casa può significare maggior successo commerciale.
Nessuno di noi ha la lucida intenzione di diventare una cifra nelle statistiche che citavo prima, ogni elemento utile a perfezionare il comportamento e la sicurezza delle auto è ben accetto. Il software di un veicolo autonomo, incapace di distrazione o stanchezza, potrà significare molto in termini di riduzione del numero di incidenti: sarà programmato secondo una logica forse non perfetta, ma costantemente seguita, al contrario di quanto spesso avviene con il comportamento umano nei confronti delle leggi: ho viaggiato con tassisti (e anche con alcuni conoscenti) che hanno più o meno consapevolmente messo a repentaglio la mia sicurezza. Immagino che difficilmente un’auto autonoma si troverà nella condizione di dover compiere scelte così estreme, ma se si verificasse il caso vorrei ancora trovarmi a bordo? La risposta, per il momento, rimane un sì.

OK, forse non farei davvero così. Però a Carmageddon ero bravo davvero...

mercoledì 5 ottobre 2016

Tra terra e asfalto - 2 - Suv compatti

Nel post precedente si è parlato soprattutto dei vari aspetti a contorno che hanno reso la mia giornata automobilistica ancor più piacevole, ma ora è tempo di scendere nel dettaglio cominciando a parlare di alcuni modelli, paragonabili per prezzo, dimensioni e cilindrata: gentlemen, start your engines!


Come primo test ho avuto a disposizione una Honda HRV 1.6l turbodiesel, simpatica crossover a trazione anteriore da 120CV; esteticamente, ho sempre apprezzato questa vettura, perciò ero decisamente curioso di metterla alla prova. Il posto guida è confortevole, il motore è silenzioso e molto regolare e ben accoppiato al cambio manuale a 6 marce, correttamente spaziate. La potenza non esuberante è quanto ci vuole per riprendere confidenza con la pista, dal tracciato differente per alcuni dettagli rispetto a giugno: da una curva all’altra, l’auto si muove tra i cordoli dando prova di un assetto decisamente stabile, anche le reazioni durante i trasferimenti di carico non impensieriscono e sospetto che con qualche cavallo in più l’auto si dimostrerebbe ancora più divertente. Ammetto anche che avrei preferito un motore con un maggiore allungo verso gli alti regimi, ma probabilmente questa sensazione è in parte dovuta al mio scarso feeling con i motori a gasolio. La piccola Honda (piccola per così dire: è lunga 430cm, con interni molto spaziosi e un notevole bagagliaio) si è dimostrata ideale per iniziare la mia giornata a Vairano, grazie anche al simpatico e valido navigatore che mi ha affiancato.

Fonte: www.quattroruote.it
Alcune ore e alcune prove più tardi, è stato il turno dell'altro Suv compatto a mia disposizione per la pista: la Suzuki Vitara S. Avevo già viaggiato su questa versione della storica sport utility giapponese, dotata del 1.4l turbo a benzina da 140CV, in occasione del Salone dell'Auto di Torino, in quell'occasione come passeggero: con alcuni amici, abbiamo percorso qualche chilometro in cinque per valutare comfort e abitabilità del mezzo. Da questo punto di vista, diciamo subito che se si prevede di viaggiare spesso con tutti i posti occupati meglio considerare una vettura un po' più capiente, perché sul divano posteriore in tre si sta piuttosto stretti; in compenso, nonostante il caldo e l'affollamento il climatizzatore ha svolto egregiamente il suo lavoro. In pista ovviamente, oltre ad apprezzare la comoda posizione di guida, sono risaltati gli aspetti dinamici dell'auto: fin dalle prime curve gli appoggi si sono dimostrati sicuri, la Vitara è piacevolmente reattiva e il motore pieno e brillante. Il driver che mi ha accompagnato ha richiesto una guida più tranquilla rispetto ai suoi colleghi; non mi sono avvicinato ai limiti della macchina come ho fatto con altri modelli nell'arco della giornata, ma il giro è stato comunque divertente e la macchina sì è dimostrata sicura e maneggevole. A questo punto mi piacerebbe sapere qualcosa in più in merito ai consumi, per completare il quadro di un mezzo che ritengo interessante.
(Rapida digressione: della Vitara S sulla quale avevo avuto modo di viaggiare in occasione del Salone dell'Auto di Torino, anch'essa rossa con tetto nero, ho un'unica immagine:

L'orologio con gli ideogrammi è uno dei miei dettagli preferiti
A Vairano, invece, ho scattato ben altra foto:
 
La Vitara è laggiù, se vi avvicinate e spostate un paio di persone potete anche vederla bene...
Nota a me stesso: non è necessario fotografare tutto, ma la prossima volta ricorda di riprendere qualche immagine almeno delle auto che guidi.)


Ultima di questa carrellata, una novità: la Kia Niro, crossover ibrida dotata di un motore 1.6l a ciclo Atkinson da 105CV abbinato ad un motore elettrico da 44CV che trasmettono complessivamente 141CV alle ruote anteriori tramite un cambio a doppia frizione a 6 marce. Piattaforma e powertrain sono gli stessi della Hyundai Ioniq, verso la quale ho già manifestato la mia curiosità, perciò mettermi al volante di questa vettura è stato doppiamente interessante: come prima sensazione, la linea dell'auto mi è parsa più interessante che in foto. L'abitacolo è molto gradevole, il quadro riporta alcuni strumenti ormai caratteristici delle auto ibride, come l'indicatore di ricarica/utilizzo della batteria al posto del contagiri, i comandi sono ben disposti e la corretta posizione di guida è facile da trovare. Appena avviata l'auto è silenziosa come ci si aspetta, quando si comincia a accelerare la progressione è molto regolare e priva di particolari esitazioni; l'accoppiamento motore-cambio appare molto ben riuscito e durante il test, svolto su una diversa porzione del circuito, ho avuto modo di apprezzare la validità dell'assetto insieme a Gianni, il pilota che mi ha suggerito la tecnica di guida migliore per quel tipo di tracciato. Per completare le impressioni, una volta fermi ho curiosato anche nel bagagliaio, per valutare come fosse sfruttato lo spazio interno: il vano è ampio e regolare e sotto il ripiano trova posto anche il ruotino di scorta, fatto non scontato. Anche il rapporto prezzo-dotazioni è molto buono per la categoria dell'auto, sarà interessante osservare come la Niro e la Ioniq competeranno con la veterana Prius per conquistarsi la loro quota di mercato.
Bene, se fino ad adesso abbiamo fatto fischiare le gomme sull'asfalto nel prossimo post sarà il momento di lasciare la pista e portarci sul tracciato off-road, per sfruttare finalmente le quattro ruote motrici e quei centimetri in più da terra che caratterizzano le protagoniste di questo evento. Non mancate!


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Post precedenti:
Tra terra e asfalto - 1

domenica 2 ottobre 2016

Tra terra ed asfalto - 1 - La giornata


24 settembre, pista di Vairano, Suv&CrossoverDay. Come annunciato, non mi sono lasciato sfuggire l’occasione di partecipare e puntualmente si è rivelato un evento divertente e interessante, organizzato con la consueta professionalità. Memore dell’esperienza precedente, sono arrivato con qualche ora di anticipo rispetto all’orario di prenotazione registrato sul sito, in modo da non perdere nessuna delle prove speciali. L’idea ha funzionato, anche grazie al notevole numero di mezzi a disposizione: sono riuscito a totalizzare 12 guide tra giri in circuito, test in fuoristrada, confronti tra auto ibride e prove di sistemi di assistenza alla guida. Ma procediamo con ordine.

 

L'evento

Fonte: www.quattroruote.it
Com’era facilmente intuibile, è stata una giornata dedicata ai veicoli improntati alla versatilità, mezzi in grado di affrontare con nonchalance sia lunghi viaggi su strade e autostrade che percorsi più impegnativi su fondi sdrucciolevoli o meno compatti.
Fonte: www.quattroruote.it
Per questo motivo, oltre al tradizionale giro sulla pista di handling era stato allestito un circuito apposito nell’area di prova per fuoristrada: una serie di discese e salite su fondo di ghiaia e terra, un percorso sterrato e uno slalom sull’erba come elemento conclusivo. Molto interessanti anche la cosiddetta ‘prova Hi-Tech’ e il confronto ‘Diverse alimentazioni’, minicircuito su cui testare la risposta di auto ibride, a gasolio e a benzina; per la parte teorica, un breve corso forniva i rudimenti basilari sulle tecniche di guida in fuoristrada. Tra le attività di contorno, un confronto tra la capacità di carico di vari modelli, usando il metodo standardizzato tipico della rivista basato su sacchi di palline da tennis in quantità fissa, l’esposizione di attrezzature per il trasporto di animali in sicurezza e uno stand per effettuare l’esame della capacità visiva: abbastanza per soddisfare interessi differenti. Presente anche uno spazio dedicato ai bambini, con tanto di mini-circuiti dedicati per gareggiare con auto a pedali o imparare i rudimenti della circolazione stradale.

 

L'organizzazione


Intorno al piazzale hanno trovato posto i banchi di accoglienza di tutte le case: una volta consegnato il modulo di registrazione, era sufficiente recarsi presso lo stand della Casa automobilistica d’interesse e domandare quali vetture fossero disponibili per le diverse prove. Con circa 90 veicoli a disposizione, c’era l’imbarazzo della scelta e, soprattutto, la necessità di organizzarsi: la tentazione di provare tutto e in ogni situazione era forte, ma difficilmente realizzabile, essendo privi del dono dell’ubiquità. In ogni caso, a parte qualche piccolo intoppo e qualche fisiologico ritardo intorno all’ora di pranzo, tutto ha funzionato bene e i partecipanti hanno lasciato l’autodromo pienamente soddisfatti.

 

Le persone

Nella mia esperienza, ogni volta che ho avuto modo o necessità di entrare in contatto con persone legate al mondo di Quattroruote, ho regolarmente ricevuto un riscontro positivo. Anche questa volta l’impressione è stata confermata, sia il personale agli stand che i driver hanno retto stoicamente all’assalto della folla: piloti e istruttori riuscivano a trasmettere entusiasmo fino durante le ultime guide della giornata. Durante una pausa tra le guide ho fatto conoscenza con la troupe di Quattroruote TV, che in quel momento stava organizzando le riprese per il reportage della giornata: pure se impegnati hanno trovato il tempo per conversare con me e altri partecipanti presenti, raccontando la storia recente del complesso di Vairano e simpatici aneddoti relativi al loro lavoro.
Francesca Galbiati, che insieme a Carlo Bellati e al cameraman Niccolò ha condiviso con me tempo e racconti
Al momento di congedarsi, chi per riprendere le guide (io), chi le riprese, c’è stato comunque anche il tempo per una foto.
Fonte: www.quattroruote.it
Avevo invece già incontrato Ottavio a giugno, come mio navigatore sulla 124 spider: questa volta era di turno allo stand delle prove di carico quando ero prenotato e oltre alla dimostrazione mi ha anche offerto una rapida visita all’interno del Centro Prove.
È vero, mi reco a questi eventi per le auto, ma sono persone come queste a rendere l’esperienza molto più ricca per tutti i partecipanti.

 

Le auto


Avendo provato a giugno una selezione di auto sportive, ero curioso di scoprire come si comportassero in pista i mezzipresenti a questo evento, anche per poter fare un confronto generazionale: quanto è differente il comportamento del mio Toyota RAV4 quasi dodicenne, rispetto a quello di crossover e suv forti di motori più recenti e dotati dei più aggiornati sistemi di aiuto alla guida? Alla fine della giornata ho fatto alcune considerazioni: la prima e più importante è che tutte queste auto mi hanno trasmesso la sensazione di notevole sicurezza. Certo, cambiano le impressioni per via dei valori di massa e potenza, anche molto diversi tra i vari modelli, ma in condizioni di guida normale nessuno di questi mezzi può impensierire un guidatore medio: siamo decisamente lontani dalla guidabilità, diciamo così, approssimativa, dei fuoristrada classici di quando ero fresco di patente. A questo proposito, è interessante ricordare che anche su fondi scivolosi hanno dimostrato comunque di muoversi senza esitazioni e con grande disinvoltura, a riprova della notevole versatilità di queste auto. Per quanto riguarda il confronto con il suv della vecchia guardia, posso dire che sconta i limiti di una gommatura poco sportiva, ma si difende ancora con onore.

Fin qua abbiamo parlato del Suv&CrossoverDay nel suo complesso: per sapere nel dettaglio come si sono comportate le varie auto provate torneremo sull’argomento tra qualche giorno. Non perdetevi i prossimi post!

Edit: continua qui 
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giovedì 22 settembre 2016

Un giorno tra i cordoli



Guidare non è sempre un piacere: per quanto mettermi al volante mi appassioni, trascorrere il mio tempo in coda o incrociare automobilisti frettolosi e indisciplinati riduce di molto la soddisfazione del viaggio: in quelle situazioni anche l’auto più lussuosa e confortevole può non essere sufficiente a compensare il fastidio, così come guidare un mezzo da 300CV non dissipa un ingorgo. Inoltre, anche quando la strada è ampia e libera conviene ricordare che esistono norme e regole da rispettare: fino a prova contraria, su strade pubbliche possono circolare anche altri veicoli. Questa premessa nasce da una riflessione fatta spesso vicino a casa, percorrendo strade collinari non particolarmente ampie ma ricche di curve, invitanti per rallisti improvvisati che affrontano le curve con eccessiva spavalderia e poca considerazione per i veicoli incrociati. Io comprendo l’attrattiva esercitata da questi percorsi, l’ho ammesso nel post di presentazione di questo blog, ma pare che a certi sfugga il fatto che non c’è un premio se impiegano 30 secondi in meno sul tragitto casa-lavoro, mentre il rischio di incidenti aumenta. Il complemento a questa riflessione è giunto l’11 giugno 2016, data dello ‘Sportive&Cabrio day’ organizzato da Quattroruote a Vairano: un’intera giornata per scatenarsi in pista guidando vetture del calibro di Honda Civic Type-R, Fiat 124 spider, Jeep Grand Cherokee ST, Ford Focus RS e Mustang, Alfa Romeo Giulietta e 4C, Abarth 595. In pratica, un grande parco giochi per appassionati, ai quali viene offerta la possibilità di esprimersi liberamente in un ambiente appositamente strutturato e attrezzato per correre in sicurezza e allo stesso tempo premere sull’acceleratore al meglio delle proprie capacità.

Ora, perciò, concludiamo i discorsi troppo seri e lasciamo scorrere un po’ di adrenalina parlando del programma della manifestazione: a disposizione del pubblico c’erano Civic, Focus, Giulietta, 595, alcune 4C e 124 destinate alle guide in pista, il Grand Cherokee, una Civic e una 4c potevano essere lanciati per un test di accelerazione sui 400m, la Mustang e un’altra 124 usate come modelli per le prove di sovrasterzo di potenza. Per problemi di orario mi sono perso queste ultime, ma nonostante questo la giornata è stata, in una parola, fantastica!

L’organizzazione si è dimostrata eccellente, in grado di gestire centinaia di appassionati che si affollavano ai banchi di prenotazione delle varie attività, una nota piacevole è stata anche la compostezza mostrata da tutti i partecipanti, rimasta intatta anche di fronte ai piccoli contrattempi e ritardi fisiologici che si sono verificati durante l’evento; la cortesia degli addetti al catering e la qualità del servizio completano l’elenco delle note positive a corollario di questa esperienza. Tutto bene, e ancora non siamo saliti in auto.

Per ogni vettura era previsto un giro sulla pista ‘handling’, affiancati da un driver di Quattroruote in qualità di navigatore, pronto a suggerire il ritmo adatto ai vari tratti di pista; per il primo test ho guidato una Giulietta 1.6 JTDm con cambio TCT, la meno potente della giornata e ottima per prendere confidenza con il percorso. Ho affrontato le prime curve con una certa timidezza, ma l’auto è stabile e sufficientemente agile e trasmette molta sicurezza; cercando il kick-down per riprendere velocità, però, il cambio mette in mostra una leggera pigrizia nello scalare, una caratteristica che suggerisce una marcia improntata più sulla souplesse e sullo sfruttamento della coppia, comunque discreta, che sulla ricerca della pura accelerazione. Il giro è finito troppo in fretta, non perché abbia staccato un tempo da record, ovviamente, ma in quanto esperienza molto divertente. Poco male, comunque: la successiva sarebbe stata la Fiat 124 spider, che trovo particolarmente ben riuscita come design, perciò non vedevo l’ora di mettermi al volante e scoprire come si comportasse in pista.

Arrivato il mio turno, appena seduto ho apprezzato la comodità: il sedile è avvolgente ma molto confortevole, il posto guida ben realizzato per aspetto e ergonomia. Gli interni, come il telaio, sono identici al modello da cui deriva, l’attuale Mazda MX5, ma la linea le conferisce una personalità unica. Il motore è il turbo Multiair 1.4l da 140 cavalli e ha un sound decisamente piacevole, non pieno come nella versione da 170cv montata sulla versione Abarth, ma adeguato al il tipo di auto. In pista la 124 trasmette subito sicurezza: il baricentro basso e l’ottimo bilanciamento dei pesi la rendono stabile, il motore è pronto e non fa mai mancare la spinta, non possente ma molto regolare nello scaricare la coppia sulle ruote posteriori. Come ciliegina sulla torta, il giro si è svolto a capote abbassata: saltare da un cordolo all’altro con una vettura divertente e reattiva mentre il vento ti soffia intorno è stato un bellissimo giro di giostra. Che ovviamente è finito in un lampo, secondo la mia personalissima percezione; ma ancora le emozioni non erano finite.

Il ‘pezzo forte’ infatti mi stava aspettando, l’auto più potente che avrei guidato nella giornata era pronta per me: Honda Civic TypeR, motore 2.0l turbo da 310cv, trazione anteriore. L’understatement non è il suo forte, tra vistose appendici aerodinamiche e cerchi da 19”, ma l’insieme ha il suo fascino, oltre ad essere funzionale: non dimentichiamo che si tratta di un mezzo capace di raggiungere i 270km/h. Il sedile è avvolgente e piuttosto comodo, la posizione di guida è perfetta: è il momento di accendere il motore. Il driver che mi ha affiancato in questa sessione, Gabriele, mi suggerisce come prima cosa di premere il pulsante +R, che modifica il setup di motore, sterzo e sospensioni per ottenere le massime prestazioni: ottimo inizio. La pista a questo punto non è più una completa incognita, ma sono ancora lontano dal conoscerla a dovere, perciò per tutto il giro il mio copilota alterna ai dati tecnici sulla Civic una serie di consigli ed esortazioni per farmela sfruttare al meglio delle mie capacità e del mio coraggio. Aumentando progressivamente il ritmo l’auto affronta le curve senza sbavature, non appena premo sull'acceleratore il motore è sempre pronto a salire di giri e il turbo sembra privo di ritardo; il limite di tenuta è elevatissimo, molto più in alto di quanto io abbia chiesto al mezzo, i freni rispondono con decelerazioni potenti e ben modulabili. La Type R si è dimostrata eccezionale, molto stabile ed estremamente divertente, in grado di trasmettere grandi emozioni; come dicevo, so di non essermi avvicinato al suo limite nel poco tempo a mia disposizione, ma questo non ha assolutamente scalfito la mia soddisfazione alla fine dell’esperienza. Stranamente, anche questo giro è finito troppo presto.

Come prova speciale avevo prenotato un test di accelerazione sulla 4C; purtroppo durante la giornata l’elettronica di una delle Alfa Romeo destinate alle guide ha dato forfait, pertanto quella destinata agli ‘scatti’ è stata riassegnata ai giri in pista, quindi mi sono trovato di fronte alla possibilità di scegliere tra Grand Cherokee SRT e un'altra Type R. Il rombo del V8 americano è qualcosa di emozionante e veder scattare quel monumentale fuoristrada sul rettilineo faceva una notevole impressione, ma al momento di effettuare la scelta ero appena sceso dalla Honda e volevo ancora giocarci un po’, quindi ho puntato la Civic rossa. In cima al cruscotto della Type R campeggia una fila di led, a imitazione della strumentazione delle auto di Formula 1: tre serie di luci colorate verdi, gialle e rosse per indicare il momento ideale per la cambiata. La prova di accelerazione non era un test strumentale e le distanze non erano indicate con precisione millimetrica, ma il risultato è stato comunque esaltante: 400m percorsi in pochi secondi, uscendo a una velocità prossima ai 180km/h nonostante una cambiata prima/seconda leggermente anticipata. Effettuata l’inversione di marcia per tornare al punto di partenza, il driver mi confida che, essendo uno degli ultimi test della giornata, era permesso ripetere la prova in senso inverso. Sorriso stampato sul viso, piede sull’acceleratore e via!
Sì, sono appena sceso e sto ancora ridendo.
Conclusa la giornata, lungo la strada del ritorno ho ripreso le riflessioni esposte in apertura: sensazioni come quelle appena vissute si possono provare solo in pista, qualunque auto stiamo guidando. Se davvero vogliamo metterci alla prova o dimostrare le nostre capacità, ci sono autodromi che offrono spazi a disposizione del pubblico, track-day organizzati in vari circuiti e perfino manifestazioni gratuite, come questa; una bravata su strade aperte, meglio ancora se trafficate, non ha nulla a che vedere con la guida sportiva.
Per questo, sabato prossimo sarò nuovamente a Vairano: ne parliamo presto!